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domenica 31 dicembre 2023

Tony Washington Gospel Singers -Varzo (VB)

Photo, video and interview: © Michele Gavazza 2023


Great concert in Varzo, in the Ossola Alps. The Tony Washington Gospel Singers Group stopped at the Teatro dell'Alveare in Varzo for the last stage of its Italian tour, involving the audience in an engaging show.











mercoledì 3 novembre 2021

Christian Draghi - Quelli Furbi


 Il cantautore pavese Christian Draghi torna in pista e lancia il nuovo singolo “Quelli Furbi”, titolo ironico dietro cui si celano i piccoli artisti indipendenti messi alle strette dalla pandemia. Reduce da un anno e mezzo trascorso in Germania e segnato dalla pandemia, Draghi torna in Italia con un mazzo di canzoni concepite come valvola di sfogo durante i mesi di lockdown e per la prima volta in carriera lascia da parte la lingua inglese che aveva caratterizzato le precedenti produzioni. 


«Vivere in un paese straniero significa innanzitutto spogliarsi della sicurezza di poter essere capito e di capire il prossimo» spiega il musicista originario di Voghera. «Possiamo dire che in Germania ho imparato a riscoprire l’importanza del linguaggio e la bellezza del comprendere tutto quello che viene detto o scritto intorno a noi, che diamo per scontata quando viviamo nel nostro paese. Ho scritto la canzone nella mia lingua madre per essere capito in modo diretto e completo dal mio pubblico che è, per la maggior parte, italiano».


Ma chi sono “quelli furbi”? «Tutti quegli artisti indipendenti semisconosciuti - spiega Draghi - che, contrariamente ad ogni logica o buonsenso hanno scelto, nonostante il momento disgraziato, di non mollare e di continuare a credere nei loro sogni e a investire sull’arte anziché mettere la testa a posto e cercarsi un lavoro più sicuro. Di questi tempi, una scelta kamikaze». 


Il brano, concepito in Germania ma registrato in Italia, fotografa uno spaccato della situazione attuale degli artisti che lottano come novelli Don Chisciotte per la loro sopravvivenza in un mondo che li ha di fatto incasellati – al di là delle commiserazioni politically correct - tra i “non indispensabili”». 


La canzone sarà accompagnata da un video totalmente made in Pavia: è pavese la regia, curata da Lucia Magarò e Gabriele Zanoncelli ed è pavese il cast, interamente composto da musicisti, fotografi, registi, ballerini, pittori e scrittori. «Una folta schiera di splendidi disperati» come li definisce Draghi, tutti ripresi, provocatoriamente, con indosso un naso rosso da clown. Il protagonista è un supereroe-artista che cerca di destreggiarsi tra varie performance rese improbabili dalle circostanze e che si tiene su come può, tra alcool e svariate pillole di coraggio, autostima e “like”. 


“Quelli Furbi” uscirà  il primo novembre (festa dei Santi, scelta non casuale ed anch’essa provocatoria) su Spotify «e tutte quelle piattaforme digitali - dice Draghi - che ci hanno ridotto a (povere) gocce nel mare senza troppe speranze, ma senza le quali pare che oggigiorno non si possa sopravvivere artisticamente». 


www.christiandraghi.com


giovedì 6 maggio 2021

Mila Ogliastro - The Wisteria Suites

intervista di Michele Gavazza

In occasione dell’uscita del suo primo disco, abbiamo intervistato la cantante Mila Ogliastro. L’interprete genovese ha da poco pubblicato The Wisteria Suites

HM: per prima cosa parlaci un po' di The Wisteria Suites, la genesi dell'album. 
MO: The Wisteria Suites è il risultato di una ricerca personale molto profonda e anche un po' travagliata, oserei dire. Prima di iscrivermi al Conservatorio Paganini (Ge) conoscevo molto poco del mondo del Jazz, per cui se da una parte ho provato da subito un grande amore per questa musica dall'altra mi sono sentita spesso un'estranea. Durante la specializzazione, spinta anche dai compiti e dalle lezioni di Pietro Leveratto, Andrea Pozza e Guido Festinese, ho capito quanto fosse importante il mio passato musicale, caratterizzato dal rock, dal pop e dalla musica italiana, e così ho provato ad immaginare alcuni dei miei brani preferiti sotto una nuova ottica, cercando di suonarli senza stravolgerli, così che scorressero in modo naturale, e lasciando spazio all'improvvisazione, non tanto intesa come "fare un assolo" ma come spazio perché la musica "accada sul momento". Con lo stesso spirito ho lasciato che nascessero le mie composizioni: il punto era essere fedele a me stessa senza forzature, ricercando solo la naturalezza, e provando ad immedesimarmi sempre in chi ascolta. La parte più facile è stata scegliere chi avrebbe potuto compiere questo viaggio con me: primo fra tutti Giorgio Griffa, batterista e percussionista, che oltre ad essere un grande musicista è colui che ha creduto fin dall’inizio nelle mie capacità e mi ha sempre spronata; Nicola Bruno era poi l’ideale, non solo perché dotato di un'estrema sensibilità musicale, ma perché il basso elettrico era la scelta perfetta per questo repertorio; infine Andrea Pozza, che già in classe aveva dimostrato interesse e curiosità per le mie idee e che impersona in primis la componente Jazz del disco, portando tutta la sua infinita esperienza e sapienza. 



HM: qual è il primo disco che hai comprato? 
MO: Onestamente non saprei, temo di doverti rispondere il Festivalbar Rosso del ’99. C’è però da dire che i miei genitori hanno sempre ascoltato moltissima musica, quindi io attingevo alla loro ampia raccolta: tra quelli che ho consumato i Greatest Hits dei Queen, The Beatles 1, la colonna sonora dei Blues Brothers e Bury the Hatchet dei Cranberries. Poi a 12 anni ricordo di aver comprato la colonna sonora di Moulin Rouge al Virgin Store di Londra con mia mamma: è sicuramente quello a cui sono più affezionata!

HM: in quale momento della tua vita hai pensato: voglio fare la cantante? 
MO: Inizialmente volevo fare l'attrice, nonostante studiassi canto da quando avevo 14 anni. Dopo le superiori sono entrata alla Scuola di Formazione dell’Attore per studiare musical, ma ho dovuto lasciare dopo pochissimo. Per due anni ho errato tra le diverse università di Torino in cerca di cosa fosse meglio per me, fino a che non ho capito che l'unica cosa in cui ero disposta a dare il massimo era la musica. E così è stato! Anche se spesso ripenso al mondo del musical, mia grande passione. 

HM: canti principalmente jazz, ti sei mai cimentata con altri generi? 
MO: Canto spesso altri generi, un po' per lavoro, un po' per svago e un po' perché insegnando canto mi piace essere pronta a tutto. Tuttavia la musica Jazz è quella che riesce a darmi di più. 

HM: cosa ti manca di più dei concerti dal vivo? 
MO: Lo scambio. Quando si va a sentire qualcuno che suona dal vivo, si sceglie di impiegare il proprio tempo in un modo che ci si augura sia ben speso. Così come quando vado a sentire i concerti ne esco ricaricata e piena di vita, allo stesso modo spero sempre di riuscire a dare il più possibile a chi mi viene a sentire, senza pretese. E la magia consiste proprio in questo scambio. I concerti online e i video ci hanno aiutato a migliorare alcuni aspetti della nostra arte e hanno fatto sì che potessimo ascoltare anche chi sta dall'altra parte del mondo, ma niente è come scambiare musica (o danza o teatro) con un altro essere umano.



domenica 17 gennaio 2021

Rossana Carraro - Nata per cantare

 

foto e testo di Michele Gavazza

Intervista alla talentuosa interprete Rossana Carraro, ecco cosa ci ha raccontato

HM: Qual è il primo disco che hai comprato?

RC: Il primi disco importante per me, in realtà l'ho avuto in regalo, e sotto forma di musicassetta: mia zia mi regalò Music Box di Mariah Carey, e mi si aprì un mondo!Non ricordo esattamente il primo che acquistai personalmente, ma tra i primi acquisti ricordo due dischi di Eva Cassidy (Time after time e Live at the Blues Alley) che comprai durante un viaggio in Australia, e che mi segnarono molto musicalmente.

HM: In che momento hai pensato voglio fare la cantante?

RC: Non c’è stato un momento preciso, ma piuttosto un desiderio che è diventato consapevolezza e che ha preso forma mentre già stavo percorrendo, senza saperlo, la strada. La musica è parte di me da sempre, anche se nessuno nella mia famiglia è musicista di professione. Una fase importantissima della mia formazione musicale fu quella del coro gospel/jazz in cui cantai dai 15 ai 22 anni, con repertorio molto vario e complesso. I miei studi universitari (Discipline della Mediazione Linguistica e Culturale) mi portarono a fare una bellissima esperienza di Erasmus in Inghilterra, dove entrai nella compagnia universitaria di musical, ed ebbi l’opportunità di confrontarmi con ragazzi che studiavano discipline artistiche ad alti livelli. Tornata in Italia, decisi di prendere lezioni di canto, e da lì nacquero i primi concerti e le prime collaborazioni… e più stavo sul palco e lo condividevo con altri cantanti e musicisti, più prendeva forma in me il desiderio di continuare a seguire questa strada.

HM: Quando ti sei resa conto che sarebbe diventata una professione?

RC: Decisi di puntare su me stessa e farla diventare una professione (o meglio, la mia unica professione) quando iniziò a diventare insostenibile portare avanti concerti, lezioni di canto (come docente) e il lavoro che avevo in ufficio. Dovetti quindi fare una scelta che molti definirebbero pazza, ovvero lasciare il mio posto a tempo indeterminato in ufficio e dedicarmi totalmente a questo, decidendo di credere nelle mie possibilità. Nel momento in cui fui scritturata per il cast ufficiale spagnolo del musical Priscilla, Reina del Desierto, e mi trasferii a Madrid per due anni, mi resi conto che avevo fatto bene ad essere coraggiosa.


HM: Hai collaborato con tantissimi musicisti, potendo scegliere con chi vorresti cantare?

RC: Spero di non sembrare retorica nel dare questa risposta, ma… non ho un nome particolare (sempre che Stevie Wonder non sia all’ascolto, in tal caso… :D ). Finora ho avuto l’opportunità di condividere il palco con grandissimi musicisti e cantanti, sia come corista sia come solista. Quello che desidero ora è poter continuare a crescere artisticamente e umanamente, e vivere esperienze musicali di alto livello, in cui vengano valorizzate la musica dal vivo e le competenze di chi la fa.


HM: Qual è il genere musicale che senti più tuo?

RC: Ho sempre fatto della versatilità il mio punto di forza, perché mettermi alla prova in ambiti diversi mi ha sempre divertito molto. Al primo Locarno Guitar Festival, nella stessa sera, siamo passati dai Led Zeppelin agli Incognito, passando per Gary Moore e i Beatles! Ultimamente mi sto divertendo molto con lo swing italiano degli anni ’40 (nel 2018 è uscito con Azzurra il disco Whisky Facile, con la mia formazione “Gatsby Swing Quartet”. Se proprio devo scegliere, diciamo che preferisco i generi in cui la voce può esprimersi ed esprimere qualcosa, quindi mi scosto un po’ dalle ultime produzioni trap e affini.









lunedì 10 agosto 2020

Omar Pedrini - Cane Sciolto

Testo, foto e video di Elisa Pozzoli Testore 

"Una vita dettata dalla passione e circondata dalla bellezza, quasi un personaggio rinascimentale", ecco Omar Pedrini, nella prefazione di Manuel Agnelli al volume " Cane sciolto ", ( Chinaski Edizioni ) presentato il 7 agosto a Toceno e giunto con successo alla terza ristampa. Il celebre musicista bresciano, che ha fatto letteralmente la storia della musica rock italiana con i "Timoria" , ha tenuto nella piazza del borgo vigezzino un reading, accompagnato dalla fedele chitarra e dallo scrittore Federico Scarioni, curatore della biografia. Parole, suoni ma anche pittura ( poco prima negli spazi sotterranei della sala parrocchiale, che si affaccia sulla piazza, il vernissage della mostra " Alp Underground " di Gabriele Cantadore) per una serata all'insegna della contaminazione artistica. Lo scenario alpino della Valle dei Pittori ha ricordato ad Omar Pedrini il primo album in studio dei "Timoria", " Colori che esplodono " ( 1990) e quindi musica e pittura in un intreccio evocativo. L'artista, che da quindici anni insegna contaminazione tra le arti alla Cattolica di Milano, non ha nascosto la sua predilezione per la contaminazione, alla base anche della sua carriera artistica, in un afflato continuo di suoni e immagini nuove, mai banali, mai scontate. E così la magica serata tocenese, per certi aspetti, poteva richiamare alla memoria il "Brescia Music Art", un festival multi-culturale, diretto da Omar per cinque edizioni. Tanti i fan della rockstar tra il pubblico presente all'evento, nato grazie alla sinergia di un gruppo di amici, la Pro Loco di Toceno, l'architetto Alberto Clementi, il pittore Gabriele Cantadore e Bruno Testori, fondatore del Gruppo Amici dell' Arte di Toceno. In dialogo con lo scrittore milanese Scarioni (per due anni sulle sue tracce, per portarne a termine la biografia), Omar Pedrini ha emozionato gli intervenuti, ripercorrendo la sua carriera artistica, tra una lettura da parte del biografo di alcuni passi scelti dal libro e alcuni pezzi cult suonati live e dei quali è autore, come " Sangue impazzito " o " Sole spento" . Omar ha poi ricordato la figura del giornalista Luigi Veronelli, gli incontri con il paroliere Mogol, con il leader degli "Afterhours " Manuel Agnelli e altri protagonisti della scena culturale italiana. Tra le sue collaborazioni si annoverano anche personaggi del calibro di Lawrence Ferlinghetti, Mauro Corona, Alejandro Jodorowsky e Noel Gallagher. Una carriera artistica che ha preso il via con i "Timoria " ( è tra i fondatori della band di cui è stato chitarrista e poi voce solista, dopo l'addio di Francesco Renga, seguito dallo scioglimento del gruppo nel 2003), in seguito Pedrini ha deciso di proseguire la carriera solista con una sua band, con la quale a dicembre 2019 ha concluso con successo il tour " Timoria - Viaggio senza vento". E poi dopo il lockdown, vissuto con particolare apprensione (per via della cardiopatia, e delle operazioni al cuore subìte ) , uno sguardo rivolto al futuro, ai tanti progetti in cantiere : "Da settembre ricomincerò a cantare e suonare con la mia band, poi uscirà intorno alla fine di settembre o ai primi di ottobre il live del concerto al Fabrique di " Timoria - Viaggio Senza Vento " e quindi entrerò di nuovo in studio, per registrare il mio nuovo disco solista che vedrà la luce a gennaio, anticipato da un singolo a novembre " racconta ad "Hashtag Magazine" , lo zio rock. E poi chissà, un nuovo libro, forse un "Cane sciolto 2" potrebbe vedere la luce, visto il successo della pubblicazione e la complessità del personaggio, tante vite in una sola, raccontate da lui stesso anche nel libro " Angelo Ribelle" ( La Nave di Teseo ) uscito nel 2018. Perché Omar è un artista trasversale, chitarrista, cantante , docente di master all' Università di Milano, poeta, showman, conduttore TV, innamorato della pittura, della cucina gourmet e appassionato degustatore di vini d'eccellenza. E dopotutto, dopo una vita di eccessi, alcune fermate forzate, eccolo " il guerriero è vivo ed è tornato /con lo sguardo fiero e gli occhi lucidi /è tornato urlando al vento / il suo canto per la gente / oltre la paura oltre la solitudine " ( da " Il Guerriero" - Timoria, testo di Omar Pedrini ) . Perché lui è un resiliente, un messaggero, al pari di altri grandi musicisti rock, trae energia dal suo pubblico in uno scambio continuo di emozioni, in un viaggio sonoro catartico. Che la sua forza risieda nel potere taumaturgico del rock?





venerdì 26 giugno 2020

Fabio Marza - Macugnaga Blues Experience 2020

 foto, video e testo di Michele Gavazza

Abbiamo intervistato il direttore del Macugnaga Blues Experience nonchè leader della Fabio Marza Band. Fabio a margine dell'edizione 2020, riuscita bene nonostante le limitazioni dovute all'emergenza Covid 19, ha risposto alle domande di Hashtag Magazine. Ecco cosa ci ha raccontato:







martedì 23 giugno 2020

Maurizio Glielmo Gnola - Macugnaga Blues Experience

foto e intervista di Michele Gavazza

Edizione 2020 in tempo di Covid per Macugnaga Blues Experience. La manifestazione ridotta ad un solo pomeriggio a causa delle limitazioni imposte dal corona virus, ha visto la partecipazione del chitarrista blues Maurizio Glielmo detto Gnola. Alla fine del concerto Maurizio ha risposto ad alcune domande di Hashtag Magazine. Ecco cosa ci ha raccontato:










martedì 24 dicembre 2019

Gabriele Mansi - GM Studio

Video e testo di Michele Gavazza

Abbiamo intervistato, nel suo studio, il chitarrista milanese, Gabriele Mansi. Seduti sul divano del GM studio, Gabriele ha risposto alle domande di Hashtag. Ecco cosa ci ha raccontato:




sabato 20 luglio 2019

Francesco Piu - Macugnaga Blues Experience


Intervista, con birra, al talentuoso chitarrista blues Francesco Piu. La sera prima del suo concerto, alla seconda edizione del Macugnaga Blues Experience, Francesco davanti ad una pinta di stout ha risposto alle consuete 3 domande di hashtagch. Ecco cosa ci ha raccontato:






venerdì 5 luglio 2019

Sticky Bones - Jazz Ascona 2019





Intervista collettiva ai simpatici e bravissimi Sticky Bones, la band romana specializza in jazz americano degli albori. A margine di una loro esibizione durante l'edizione 2019 di Jazz Ascona hanno risposto ad un paio di domande, ecco cosa ci hanno raccontato:


mercoledì 26 giugno 2019

Martin Lechner - Jazz Ascona 2019




Intervista al crooner svizzero Martin Lechner in occasione della sua partecipazione all'edizione 2019 di Jazz Ascona. Martin ha presentato ad Ascona il suo personale omaggio a Nat King Cole. Ecco come ha risposto Martin alle nostre 3 domande:

www.martinlechner.net

sabato 22 giugno 2019

Al Copley - JazzAscona 2019



Due scatti al grande pianista blues Al Copley poco prima della sua esibizione al RSI Corner sul lungolago di Ascona, in occasione di Jazz Ascona 2019. Al Copley al secolo Alman LeGrande Copley è nato a Buffalo (NY) nel 1952.

sabato 15 giugno 2019

Davide Van De Sfroos - Open Air al Lagh 2019




Durante l'edizione 2019 di Open Air al Lagh che si è tenuta al Lido di Locarno l'8 e il 9 giugno scorsi abbiamo avuto la possibilità di intervistare Davide Van De Sfroos che ha risposto alle consuete tre domande, ecco cosa ci ha raccontato:









sabato 1 giugno 2019

Pinhdar - data zero



Data zero per i Pinhdar a Milano presso l'Ohibò (Circolo Arci). Ottimo esordio per Cecilia e Max con il nuovo progetto Pinhdar, dopo anni dall'ultimo concerto con i No More Dolls e gli impegni nell'organizzazione di A Night Like This  Festival.Il nuovo Ep omonimo ci porta in un viaggio alla scoperta di sonorità dal rock all'elettronica. Dunque buona la prima in attesa di altre date per ascoltarli dal vivo.





domenica 13 gennaio 2019

Lorenzo Bertocchini - rock

Abbiamo incontrato Lorenzo Bertocchini, poco prima del suo concerto al Pane e Vino di San Rocco di Premia (VB) ecco cosa ci ha raccontato:


mercoledì 26 dicembre 2018

Pinhdar - recensioni musicali

Con oggi inauguriamo una nuova rubrica, i dischi di hashtag.ch, consigli/recensioni su i dischi che ci piacciono. 

Cominciamo con il disco di esordio dei Pinhdar, nuovo progetto di Cecilia Mirandoli e Max Tarenzi. Interessante connubio di rock ed elettronica, evidenti le influenze di PJ Harvey e del noise. Un progetto molto ben realizzato, articolato e maturo ma che si ascolta volentieri.




ecco il link per scaricare l'albumhttps://store.cdbaby.com/cd/pinhdar5


 Cecilia Miradoli e Max Tarenzi, già fondatori della rock band Nomoredolls e del festival A Night Like This.
Con i Nomoredolls, Cecilia e Max iniziano il loro percorso producendo il primo ep in UK per poi trovare la loro strada negli USA, dove conquistano pubblico attraverso una serie di tour intensivi della East Coast.  Suonano nel tempio del rock di New York, il CBGB’s, ma anche al Knitting Factory, Piano’s, Arlene’s Grocery  e, tra New York e Los Angeles, producono il loro album omonimo (“Nomoredolls” – EMI) per poi tornare in Europa con concerti in Inghilterra (Astoria di Londra) e Spagna (Joy Eslava di Madrid). Con A Night Like This Festival (www.anightlikethisfestival.com) diventano organizzatori, ideando e producendo un evento che nasce come appuntamento per appassionati di musica indie internazionale ma che, nelle sue 6 edizioni, si evolve  diventando uno dei festival indipendenti di riferimento e una delle 10 location più suggestive in Italia dove ascoltare musica (Rockit).

Con PINHDAR Cecilia e Max celebrano la loro storia di amicizia profonda e amore per la musica. Il disco è stato registrato interamente da loro, senza altri musicisti, e prodotto da Max nel loro studio privato.  Le tracce sono poi state affidate per il mix a Chris Brown  (fonico di Londra con 20 anni di esperienza  presso gli Abbey Road Studios e collaborazioni con centinaia di artisti del calibro di  Radiohead e Muse) e a Dan Coutant di Sun Roof Audio (NY) per il mastering. 


 

PINHDAR
è il nuovissimo progetto di
Cecilia Miradoli
e
Max Tarenzi
, già
fondatori della rock band Nomoredolls e del festival A Night Like This.
È un viaggio musicale articolato e maturo tra art rock, new wave
ed elettronica
per raccontarsi e mettersi ancora alla prova.
Con i Nomoredolls, Cecilia e Max iniziano il loro percorso producendo il primo ep
in UK per poi trovare la loro strada negli USA, dove conquistano pubblico
attraverso una serie di tour intensiv
i della East Coast.  Suonano nel tempio del
rock di New York, il CBGB’s, ma anche al Knitting Factory, Piano’s, Arlene’s
Grocery  e, tra New York e Los Angeles, producono il loro album omonimo
(“Nomoredolls”
EMI) per poi tornare in Europa con concerti in
Inghilterra
(Astoria di Londra) e Spagna (Joy Eslava di Madrid).
Con A Night Like This Festival (www.anightlikethisfestival.com) diventano
organizzatori, ideando e producendo un evento che nasce come appuntamento
per appassionati di musica indie internazi
onale ma che, nelle sue 6 edizioni, si
evolve  diventando uno dei festival indipendenti di riferimento e una delle 10
location più suggestive in Italia dove ascoltare musica (Rockit).
Con PINHDAR Cecilia e Max celebrano la loro storia di amicizia profonda
e amore
per la musica. Il disco è stato registrato interamente da loro, senza altri musicisti,
e prodotto da Max nel loro studio privato.
Le tracce sono poi state affidate per il mix a
Chris Brown
(fonico di Londra con
20 anni di esperienza  presso gli
Abbey Road Studios
e collaborazioni con
centinaia di artisti del calibro di  Radiohead e Muse) e a
Dan Coutant
di
Sun
Roof Audio
(NY) per il mastering.
Il lancio dell’album sui social e store musicali è previsto per le prossime
settimane.
PINHDAR
è il nuovissimo progetto di
Cecilia Miradoli
e
Max Tarenzi
, già
fondatori della rock band Nomoredolls e del festival A Night Like This.
È un viaggio musicale articolato e maturo tra art rock, new wave
ed elettronica
per raccontarsi e mettersi ancora alla prova.
Con i Nomoredolls, Cecilia e Max iniziano il loro percorso producendo il primo ep
in UK per poi trovare la loro strada negli USA, dove conquistano pubblico
attraverso una serie di tour intensiv
i della East Coast.  Suonano nel tempio del
rock di New York, il CBGB’s, ma anche al Knitting Factory, Piano’s, Arlene’s
Grocery  e, tra New York e Los Angeles, producono il loro album omonimo
(“Nomoredolls”
EMI) per poi tornare in Europa con concerti in
Inghilterra
(Astoria di Londra) e Spagna (Joy Eslava di Madrid).
Con A Night Like This Festival (www.anightlikethisfestival.com) diventano
organizzatori, ideando e producendo un evento che nasce come appuntamento
per appassionati di musica indie internazi
onale ma che, nelle sue 6 edizioni, si
evolve  diventando uno dei festival indipendenti di riferimento e una delle 10
location più suggestive in Italia dove ascoltare musica (Rockit).
Con PINHDAR Cecilia e Max celebrano la loro storia di amicizia profonda
e amore
per la musica. Il disco è stato registrato interamente da loro, senza altri musicisti,
e prodotto da Max nel loro studio privato.
Le tracce sono poi state affidate perr il mix a
Chris Brown
(fonico di Londra con
20 anni di esperienza  presso gli
Abbey Road Studios
e collaborazioni con
centinaia di artisti del calibro di  Radiohead e Muse) e a
Dan Coutant
di
Sun
Roof Audio
(NY) per il mastering.
Il lancio dell’album sui social e store musicali è previsto per le prossime
settimane.

Interview with Floriane Andersen - Locarno 78

  Interview  © Michele Gavazza 2025 , images courtesy of Floriane Andersen French producer and actor Floriane Andersen is set to make a nota...