mercoledì 27 agosto 2025

Interview with Floriane Andersen - Locarno 78

 

Interview  © Michele Gavazza 2025 , images courtesy of Floriane Andersen


French producer and actor Floriane Andersen is set to make a notable appearance at the 78th Locarno Film Festival, supporting the international premiere of I Live Here Now, the latest feature from director Julie Pacino—daughter of Academy Award-winning actor Al Pacino. Andersen, who co-produced the film alongside Los Angeles-based Artak Pictures, will be present at Locarno to champion the project’s European debut. Her involvement marks a significant moment in her career, bridging her creative roots in France with a growing presence in the American independent film scene.




I Live Here Now is a haunting, visually rich exploration of identity and transformation, and has already begun to generate buzz for its bold storytelling and atmospheric direction. With Locarno’s reputation for celebrating auteur-driven cinema, the film’s inclusion in the lineup is a testament to its artistic ambition—and to Andersen’s discerning eye as a producer. Following Locarno, Andersen will continue her festival circuit journey with appearances at the Edinburgh International Film Festival, as well as Deauville and L’Étrange Festival in France. Her presence at these events underscores her commitment to supporting emerging voices in cinema and fostering cross-cultural collaborations.




As Floriane Andersen steps further into the spotlight, we’re eager to delve deeper into her creative process, her experience working with Julie Pacino, and her vision for future projects. An interview with Andersen would offer a compelling look into the mind of a producer who’s helping shape the next wave of independent film.

HM: What drew you to co-produce I Live Here Now, and how did your collaboration with Artak Pictures and Julie Pacino come about?

FA: I was immediately drawn to I Live Here Now because of how deeply it resonated with me on a personal level. It’s a film about reclaiming your body, owning your past, and rediscovering your inner strength — themes that felt both universal and incredibly urgent. I had worked with Julie before and always admired her strong vision as a filmmaker, but also how collaborative and open she is in the creative process. At Artak Pictures, we’re very committed to supporting female voices and stories that push boundaries, so partnering on this project felt like a very natural fit.

HM: As both a producer and actor, how do you balance these roles creatively and professionally within a project like this one?

FA: It’s definitely a delicate balance, but one that I love. As an actor, my focus is on diving deeply into the inner life of the character, staying vulnerable, and living truthfully in the moment. As a producer, I have to take a step back and look at the bigger picture — making sure the director’s vision has the support it needs, and that everything comes together behind the scenes. What’s interesting is that the two roles actually feed each other: producing gives me a greater understanding of the full creative process, while acting keeps me grounded in why we’re telling the story in the first place.

HM: You’re attending several prestigious festivals including Locarno and Edinburgh. What are you most looking forward to sharing with audiences at these events?

FA: Festivals are such a special space because you get to see firsthand how audiences connect with the film. With I Live Here Now, I’m especially excited to share its intimacy and raw honesty — it’s not just a story, it’s an emotional journey. I’m looking forward to the conversations it sparks, particularly around identity, healing, and what it means to reclaim your voice as a woman. And of course, festivals are also about community, so I’m eager to connect with other filmmakers and audiences who are just as passionate about cinema.

HM: Can you tell us more about your upcoming plans, both as a producer and an actress, following the release of I Live Here Now?

FA: On the producing side, Artak Pictures is currently developing six features and a TV series, all of which continue our mission of spotlighting bold, diverse voices. On the acting side, I recently premiered Pas Vraiment Ordinaire at the Oscar-qualifying HollyShorts Film Festival, and I’m attached as the female lead in two upcoming features that I’m very excited about. For me, this moment feels like the perfect intersection — I’m able to grow as both a storyteller behind the camera and a performer in front of it.



mercoledì 20 agosto 2025

Cinema, Emozioni e Stelle sotto il cielo Ticinese - Locarno78

 

foto e articolo: © Christian Righinetti 2025


La 78ª edizione del Locarno Film Festival si è conclusa lasciando ancora una volta un segno profondo nel panorama internazionale. Dal 6 al 16 agosto, la città sul Lago Maggiore è diventata la casa del cinema d’autore, capace di intrecciare la scoperta di nuovi talenti con la celebrazione di icone mondiali. L’apertura con In the Land of Arto di Tamara Stepanyan, un viaggio intenso tra memoria e identità, ha dato subito il tono di un’edizione all’insegna della sensibilità e della ricerca artistica. La chiusura con Kiss of the Spider Woman di Bill Condon ha invece regalato un ultimo abbraccio di grande cinema al pubblico di Piazza Grande.

Il premio più ambito, il Pardo d’Oro, è andato al giapponese Two Seasons, Two Strangers di Sho Miyake, un film delicato e potente che ha conquistato la giuria per la sua capacità di raccontare l’intimità dei rapporti umani. «Non mi aspettavo una tale accoglienza», mi ha confidato Miyake con emozione subito dopo la premiazione. «Locarno ha una magia unica: ti senti parte di una comunità che vive e respira cinema in ogni angolo della città».

Tra le sorprese di questa edizione, anche White Snail di Elsa Kremser e Levin Peter, vincitore del Premio Speciale della Giuria. La loro opera, intensa e visionaria, ha saputo unire poesia visiva e dramma umano. «Per noi è stata una sfida enorme», hanno raccontato i due registi, «ma Locarno ci ha dimostrato che c’è un pubblico attento e pronto ad accogliere linguaggi diversi, anche coraggiosi».

Uno dei momenti più emozionanti del festival è stato l’omaggio a Lucy Liu, premiata con il Career Achievement Award. L’attrice americana ha presentato in Piazza Grande il film Rosemead, un dramma che l’ha vista impegnata in un ruolo intenso e personale. Sul palco ha ringraziato il pubblico con parole semplici ma sentite: «Essere qui a Locarno è un privilegio. Questa piazza, questa gente, la passione che si respira... tutto mi ricorda perché ho scelto il cinema: per condividere storie che toccano il cuore». Durante il nostro breve incontro, Lucy ha aggiunto sorridendo: «Non mi aspettavo una tale accoglienza in Svizzera, è un po’ come sentirsi a casa dall’altra parte del mondo».







Grande attesa anche per la presenza di Jackie Chan, accolto come una vera leggenda del cinema d’azione. In Piazza Grande, davanti a migliaia di spettatori, ha ricevuto una standing ovation che lo ha visibilmente commosso. «Ho girato film in ogni parte del mondo», mi ha confidato, «ma questa piazza, sotto le stelle, ha qualcosa di magico. Qui non contano solo i film, conta l’energia che arriva dal pubblico». Jackie ha poi scherzato sulla sua lunga carriera: «Non posso più saltare dai tetti come un tempo, ma vi prometto che continuerò a raccontare storie che facciano sorridere e emozionare».






Un altro momento memorabile è stato l’arrivo di Emma Thompson, che ha presentato una retrospettiva dedicata alle grandi protagoniste del cinema europeo. Con il suo inconfondibile humour britannico, ha conquistato il pubblico. «Locarno è un luogo che ti fa sentire libera», mi ha raccontato dopo la proiezione. «Qui si respira rispetto per il cinema e per chi lo fa. È raro trovare un festival che sappia unire calore umano e prestigio internazionale con tanta naturalezza». La sua presenza ha aggiunto profondità e raffinatezza a un’edizione già straordinaria.




Ma non solo cinema: quest’anno il festival ha regalato anche una sorpresa musicale di livello internazionale. Alla Rotonda, spazio di incontro e festa parallelo al programma ufficiale, il pubblico ha potuto assistere per la prima volta a Locarno al concerto della Premiata Forneria Marconi (PFM). Una performance che ha fatto vibrare il cuore della città, unendo generazioni diverse nel segno del rock progressivo italiano. L’energia della band ha trasformato la Rotonda in un palcoscenico di pura emozione, dimostrando come il festival sappia essere non solo cinema, ma anche cultura e musica a 360 gradi.




La cornice di Locarno, con la sua Piazza Grande trasformata in una sala a cielo aperto, ha confermato la magia unica di questo festival. Migliaia di spettatori si sono radunati ogni sera, dimostrando come la settima arte possa ancora essere un rito collettivo. Anche il regista americano Alexander Payne, premiato con il Pardo d’Onore alla carriera, ha voluto sottolineare questo aspetto: «Proiettare un film sotto le stelle, davanti a un pubblico così vasto, è una delle esperienze più autentiche che un cineasta possa vivere».

Accanto ai grandi nomi, non è mancato lo spazio per le nuove promesse. Le sezioni Cineasti del Presente e Pardi di Domani hanno presentato opere fresche, capaci di esplorare linguaggi originali. Il programma Locarno Residency ha inoltre selezionato tre giovani talenti, offrendo loro una preziosa mentorship che accompagnerà lo sviluppo delle loro future opere.


Questa edizione ha dimostrato che Locarno non è solo un festival, ma un crocevia di storie, incontri e passioni. Tra i vicoli e le piazze della città, tra un panino al volo, un caffè e una proiezione, registi e attori si sono mescolati al pubblico, confermando quella dimensione intima e al tempo stesso internazionale che rende Locarno unico.

E infine, un pensiero doveroso va a chi, con discrezione ma con instancabile dedizione, racconta il festival da dietro l’obiettivo: i fotografi del Red Carpet.

Sempre in corsa tra un arrivo e un saluto, sospesi tra il palco e realtà, sono loro a fissare nel tempo le emozioni di queste serate indimenticabili.


Grazie a questi fotografi, che non solo promuovono il Festival, ma anche la regione a costo zero, Locarno non vive solo nel ricordo di chi c’era, ma anche nelle immagini, raccontando il tempo che passa edizione dopo edizione.

domenica 17 agosto 2025

Boccalino d'Oro 2025 - Locarno 78


foto, video e testo: © Michele Gavazza 2025

Nel cuore della 78ª edizione del Locarno Film Festival, il prestigioso Boccalino d’Oro ha celebrato il suo 25° anniversario, confermandosi come uno dei riconoscimenti più autentici e sentiti della kermesse svizzera. Nato come premio della critica indipendente, il Boccalino d’Oro è diventato negli anni un simbolo di connessione tra il festival e la comunità locale, premiando non solo il talento cinematografico ma anche l’impegno artistico e umano dietro le opere presentate. L’edizione 2025 ha visto una selezione variegata e internazionale di premiati:

- Miglior film: Tales of the Wounded Land di Abbas Fahdel (Libano), un ritratto intenso e poetico del suo paese, premiato nonostante l’assenza del regista.

- Premio Speciale della Giuria: Dry Leaf di Alexandre Koberidze (Georgia), che ha anche ricevuto una menzione speciale dalla giuria dei giovani.

- Miglior regia: Le Lac di Fabrice Aragno (Svizzera), accompagnato da Bernard Stamm, leggendario marinaio svizzero.

- Miglior attrice: Katia Pascariu per Sorella di Clausura di Ivana Mladenović.

- Miglior fotografia: Tóc, giấy và nước... (Hair, Paper, Water...) di Nicolas Graux e Trương Minh Quý.

- Miglior montaggio: Joseph Krings per Rosemead di Eric Lin.

- Contributo all’arte cinematografica: As Estações di Maureen Fazendeiro.

- Premio speciale alla carriera: Daniele Jorg, per il suo straordinario contributo al festival nel corso degli anni.




La cerimonia si è svolta nel cortile del Rivelino Ldv, tra tavoli condivisi da registi, attori e tecnici, accompagnati dalle delizie della Pasticceria Marnin. A consegnare i premi, il Consigliere di Stato Norman Gobbi e il Sindaco di Locarno Nicola Pini, con l’apertura affidata al direttore artistico Giona A. Nazzaro e a Padre Abramo. Il Boccalino d’Oro continua a distinguersi per la sua capacità di valorizzare il cinema come strumento di dialogo e comunità. In un festival che celebra la diversità e la sperimentazione, questo premio rappresenta il volto più umano e partecipativo del Locarno Film Festival.




giovedì 14 agosto 2025

Fabrice Aragno - Locarno 78


 Foto, video e intervista: © Michele Gavazza 2025


Fabrice Aragno è un regista e direttore della fotografia svizzero, noto soprattutto per la sua lunga collaborazione con Jean-Luc Godard, di cui ha curato la fotografia in opere come Adieu au langage e Le livre d’image. Nato nel cantone di Neuchâtel, Aragno ha sviluppato uno stile visivo audace e sperimentale, che fonde cinema, pittura e musica in un linguaggio sensoriale e poetico.

Presentato in concorso internazionale al Locarno Film Festival 2025, Le Lac è il primo lungometraggio di finzione di Aragno. Il film è un’esperienza visiva e sonora senza dialoghi, ambientata sul Lago Lemano, dove una coppia – interpretata dall’attrice francese Clothilde Courau e dal navigatore svizzero Bernard Stamm – partecipa a una regata di cinque giorni e notti senza assistenza.  Aragno rinuncia ai dialoghi per lasciare spazio alle immagini e ai suoni, trasformando la telecamera in un “pennello” che dipinge emozioni e tensioni. Il film è influenzato da pittori come Friedrich, Munch e Turner, e da scrittori come Duras e Flaubert. L’amore, il lutto, la fatica estrema e la natura diventano protagonisti in un viaggio sensoriale che esplora ciò che non si può dire a parole. La resa grafica richiama l’estetica godardiana, con immagini che si liquefanno in turbinìi cromatici e paesaggi che riflettono lo stato emotivo dei protagonisti.





il cast e la troupe di Le Lac




lunedì 11 agosto 2025

Doncho Donchev - Fundamental Interactions


Interview: © Beatrice Gavazza 2025
Photo and Video: © Michele Gavazza 2025

Experience the captivating mural-in-progress live from August 6–12, 2025, at Il Rivellino – Leonardo da Vinci Art Gallery, Switzerland.  Renowned artist Doncho Donchev brings his visionary work Fundamental Interactions to life in an immersive, week-long event celebrating creativity and cosmic connection.

 Doncho Donchev, born in 1974 in Gabrovo, Bulgaria, is a multifaceted artist known for his dynamic and expressive works that span painting, illustration, sculpture, and live performance. He studied at the National High School of Applied Arts in Tryavna and earned a Master’s degree in Painting from the University of Veliko Tarnovo, later specializing in animation at Nu Boyana Film Studios.

 Donchev’s art is characterized by its thematic depth and stylistic diversity. He often paints live in front of audiences, merging visual art with music and performance. His projects have explored scientific concepts—such as Particle Metamorphoses and Timeline of the Universe, both presented at CERN—as well as philosophical and mythological themes, notably in his Logos-Mythos series. 

He has exhibited widely across Europe, including in Zurich, Vienna, Milan, Istanbul, and Sofia. His satirical collection 21st Century, featuring world leaders as playing cards, drew significant public attention. Donchev also participated in EXPO Milano 2015 and EXPO Astana 2017, where his monumental piece Human Energy became part of the World EXPO Museum in Shanghai.

Since 2015, he has been active in Switzerland, particularly in Locarno, collaborating with curator Arminio Sciolli and contributing to cultural events at Rivellino. In 2019, he honored Leonardo da Vinci’s legacy by recreating *Salvator Mundi* in a live performance.








Interview with Floriane Andersen - Locarno 78

  Interview  © Michele Gavazza 2025 , images courtesy of Floriane Andersen French producer and actor Floriane Andersen is set to make a nota...