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lunedì 27 giugno 2022

Gabrielle Cavassa - Jazz Ascona 2022


 Photo and Video: Michele Gavazza


On the occasion of the 2022 edition of Jazz Ascona, we interviewed the New Orleans singer Gabrielle Cavassa. Here's what she told us.


In occasione dell'edizione 2022 di Jazz Ascona, abbiamo intervistato la cantante di New Orleans Gabrielle Cavassa. Ecco cosa ci ha raccontato.










giovedì 6 maggio 2021

Mila Ogliastro - The Wisteria Suites

intervista di Michele Gavazza

In occasione dell’uscita del suo primo disco, abbiamo intervistato la cantante Mila Ogliastro. L’interprete genovese ha da poco pubblicato The Wisteria Suites

HM: per prima cosa parlaci un po' di The Wisteria Suites, la genesi dell'album. 
MO: The Wisteria Suites è il risultato di una ricerca personale molto profonda e anche un po' travagliata, oserei dire. Prima di iscrivermi al Conservatorio Paganini (Ge) conoscevo molto poco del mondo del Jazz, per cui se da una parte ho provato da subito un grande amore per questa musica dall'altra mi sono sentita spesso un'estranea. Durante la specializzazione, spinta anche dai compiti e dalle lezioni di Pietro Leveratto, Andrea Pozza e Guido Festinese, ho capito quanto fosse importante il mio passato musicale, caratterizzato dal rock, dal pop e dalla musica italiana, e così ho provato ad immaginare alcuni dei miei brani preferiti sotto una nuova ottica, cercando di suonarli senza stravolgerli, così che scorressero in modo naturale, e lasciando spazio all'improvvisazione, non tanto intesa come "fare un assolo" ma come spazio perché la musica "accada sul momento". Con lo stesso spirito ho lasciato che nascessero le mie composizioni: il punto era essere fedele a me stessa senza forzature, ricercando solo la naturalezza, e provando ad immedesimarmi sempre in chi ascolta. La parte più facile è stata scegliere chi avrebbe potuto compiere questo viaggio con me: primo fra tutti Giorgio Griffa, batterista e percussionista, che oltre ad essere un grande musicista è colui che ha creduto fin dall’inizio nelle mie capacità e mi ha sempre spronata; Nicola Bruno era poi l’ideale, non solo perché dotato di un'estrema sensibilità musicale, ma perché il basso elettrico era la scelta perfetta per questo repertorio; infine Andrea Pozza, che già in classe aveva dimostrato interesse e curiosità per le mie idee e che impersona in primis la componente Jazz del disco, portando tutta la sua infinita esperienza e sapienza. 



HM: qual è il primo disco che hai comprato? 
MO: Onestamente non saprei, temo di doverti rispondere il Festivalbar Rosso del ’99. C’è però da dire che i miei genitori hanno sempre ascoltato moltissima musica, quindi io attingevo alla loro ampia raccolta: tra quelli che ho consumato i Greatest Hits dei Queen, The Beatles 1, la colonna sonora dei Blues Brothers e Bury the Hatchet dei Cranberries. Poi a 12 anni ricordo di aver comprato la colonna sonora di Moulin Rouge al Virgin Store di Londra con mia mamma: è sicuramente quello a cui sono più affezionata!

HM: in quale momento della tua vita hai pensato: voglio fare la cantante? 
MO: Inizialmente volevo fare l'attrice, nonostante studiassi canto da quando avevo 14 anni. Dopo le superiori sono entrata alla Scuola di Formazione dell’Attore per studiare musical, ma ho dovuto lasciare dopo pochissimo. Per due anni ho errato tra le diverse università di Torino in cerca di cosa fosse meglio per me, fino a che non ho capito che l'unica cosa in cui ero disposta a dare il massimo era la musica. E così è stato! Anche se spesso ripenso al mondo del musical, mia grande passione. 

HM: canti principalmente jazz, ti sei mai cimentata con altri generi? 
MO: Canto spesso altri generi, un po' per lavoro, un po' per svago e un po' perché insegnando canto mi piace essere pronta a tutto. Tuttavia la musica Jazz è quella che riesce a darmi di più. 

HM: cosa ti manca di più dei concerti dal vivo? 
MO: Lo scambio. Quando si va a sentire qualcuno che suona dal vivo, si sceglie di impiegare il proprio tempo in un modo che ci si augura sia ben speso. Così come quando vado a sentire i concerti ne esco ricaricata e piena di vita, allo stesso modo spero sempre di riuscire a dare il più possibile a chi mi viene a sentire, senza pretese. E la magia consiste proprio in questo scambio. I concerti online e i video ci hanno aiutato a migliorare alcuni aspetti della nostra arte e hanno fatto sì che potessimo ascoltare anche chi sta dall'altra parte del mondo, ma niente è come scambiare musica (o danza o teatro) con un altro essere umano.



domenica 17 gennaio 2021

Rossana Carraro - Nata per cantare

 

foto e testo di Michele Gavazza

Intervista alla talentuosa interprete Rossana Carraro, ecco cosa ci ha raccontato

HM: Qual è il primo disco che hai comprato?

RC: Il primi disco importante per me, in realtà l'ho avuto in regalo, e sotto forma di musicassetta: mia zia mi regalò Music Box di Mariah Carey, e mi si aprì un mondo!Non ricordo esattamente il primo che acquistai personalmente, ma tra i primi acquisti ricordo due dischi di Eva Cassidy (Time after time e Live at the Blues Alley) che comprai durante un viaggio in Australia, e che mi segnarono molto musicalmente.

HM: In che momento hai pensato voglio fare la cantante?

RC: Non c’è stato un momento preciso, ma piuttosto un desiderio che è diventato consapevolezza e che ha preso forma mentre già stavo percorrendo, senza saperlo, la strada. La musica è parte di me da sempre, anche se nessuno nella mia famiglia è musicista di professione. Una fase importantissima della mia formazione musicale fu quella del coro gospel/jazz in cui cantai dai 15 ai 22 anni, con repertorio molto vario e complesso. I miei studi universitari (Discipline della Mediazione Linguistica e Culturale) mi portarono a fare una bellissima esperienza di Erasmus in Inghilterra, dove entrai nella compagnia universitaria di musical, ed ebbi l’opportunità di confrontarmi con ragazzi che studiavano discipline artistiche ad alti livelli. Tornata in Italia, decisi di prendere lezioni di canto, e da lì nacquero i primi concerti e le prime collaborazioni… e più stavo sul palco e lo condividevo con altri cantanti e musicisti, più prendeva forma in me il desiderio di continuare a seguire questa strada.

HM: Quando ti sei resa conto che sarebbe diventata una professione?

RC: Decisi di puntare su me stessa e farla diventare una professione (o meglio, la mia unica professione) quando iniziò a diventare insostenibile portare avanti concerti, lezioni di canto (come docente) e il lavoro che avevo in ufficio. Dovetti quindi fare una scelta che molti definirebbero pazza, ovvero lasciare il mio posto a tempo indeterminato in ufficio e dedicarmi totalmente a questo, decidendo di credere nelle mie possibilità. Nel momento in cui fui scritturata per il cast ufficiale spagnolo del musical Priscilla, Reina del Desierto, e mi trasferii a Madrid per due anni, mi resi conto che avevo fatto bene ad essere coraggiosa.


HM: Hai collaborato con tantissimi musicisti, potendo scegliere con chi vorresti cantare?

RC: Spero di non sembrare retorica nel dare questa risposta, ma… non ho un nome particolare (sempre che Stevie Wonder non sia all’ascolto, in tal caso… :D ). Finora ho avuto l’opportunità di condividere il palco con grandissimi musicisti e cantanti, sia come corista sia come solista. Quello che desidero ora è poter continuare a crescere artisticamente e umanamente, e vivere esperienze musicali di alto livello, in cui vengano valorizzate la musica dal vivo e le competenze di chi la fa.


HM: Qual è il genere musicale che senti più tuo?

RC: Ho sempre fatto della versatilità il mio punto di forza, perché mettermi alla prova in ambiti diversi mi ha sempre divertito molto. Al primo Locarno Guitar Festival, nella stessa sera, siamo passati dai Led Zeppelin agli Incognito, passando per Gary Moore e i Beatles! Ultimamente mi sto divertendo molto con lo swing italiano degli anni ’40 (nel 2018 è uscito con Azzurra il disco Whisky Facile, con la mia formazione “Gatsby Swing Quartet”. Se proprio devo scegliere, diciamo che preferisco i generi in cui la voce può esprimersi ed esprimere qualcosa, quindi mi scosto un po’ dalle ultime produzioni trap e affini.









venerdì 5 luglio 2019

Sticky Bones - Jazz Ascona 2019





Intervista collettiva ai simpatici e bravissimi Sticky Bones, la band romana specializza in jazz americano degli albori. A margine di una loro esibizione durante l'edizione 2019 di Jazz Ascona hanno risposto ad un paio di domande, ecco cosa ci hanno raccontato:


Interview with Floriane Andersen - Locarno 78

  Interview  © Michele Gavazza 2025 , images courtesy of Floriane Andersen French producer and actor Floriane Andersen is set to make a nota...