Intervista alla pittrice Debora Fella, in occasione della mostra bipersonale "Assonanze", presso la Galleria Ghiggini 1822 di Varese.
Il lavoro di Debora Fella si articola su un continuo dialogo tra l’esterno e l’interno dove l’immagine pittorica assume una forma visibile e allo stesso tempo indefinibile completamente.
Debora Fella nasce a Milano nel 1990. Frequenta il Liceo Artistico Boccioni di Milano e in seguito l’Accademia di Belle Arti di Brera dove ottiene il diploma in Pittura.
A margine dell'inaugurazione presso la galleria Ghiggini di Varese della sua mostra: "Something Soft" abbiamo intervistato la pittrice Margherita Martinelli. La mostra inaugurata lo scorso 22 Ottobre, resterà visitabile fino al 19 Novembre 2022 negli orari consueti della galleria.
Una breve intervista a Sara Lautizi in arte ANAM. La talentuosa pittrice, con all’attivo numerose mostre personali, ha risposto alle domande di Hashtag Magazine.
HM- Come e quando è nata la tua passione per la pittura? SL- Fin da bambina ho capito di avere il talento nel disegno, facendo delle riproduzioni che vivevo come un gioco e nello stesso tempo provavo piacere nel creare. Quindi la mia passione non è nata in un momento preciso ma direi che mi ha sempre accompagnato la dote. Per quanto riguarda la pittura ho iniziato a conoscere le varie tecniche all'istituto d'arte e lì ho appreso che tra le varie tecniche, soprattutto la pittura ad olio,era lo strumento che risuonava meglio col mio essere.
HM- In quale occasione hai pensato che potesse diventare un mestiere? SL- Ho cominciato a pensare che avrebbe potuto essere il mio lavoro verso i 17 anni. Più che mestiere avevo capito che questa "maledizione" del fare arte mi avrebbe accompagnato per tutta la vita. Verso i 20 anni ho cominciato a vendere i miei primi pezzi e in quel momento avevo una visione dell'artista in costante fase maturativa, come se sapessi delle difficoltà che questo mondo si porta dietro nel vivere solo d'arte. Ora a 30 anni, ho compreso sia a livello razionale che emotivo che è possibile farlo di mestiere con tutte le difficoltà che ne conseguono.
HM- Da cosa trai ispirazione? SL- L'ispirazione mi nasce dalle varie comprensioni o domande giornaliere portandole su tela. Il processo è molto difficile da spiegare a parole. E' come se in un momento della creazione ci fosse un blackout. All'inizio io artista compongo un'idea progettuale del quadro che voglio svolgere (per esempio: faccio delle bozze dove decido di mettere la figura principale al centro, pensando al colore più giusto da usare e strutturando gli altri elementi che dovrebbero comporre il quadro in modo equilibrato) e poi nel momento della creazione succede quello che io chiamo blackout, la mano che tiene il pennello va "da sola" e tutto quello che prima ho progettato viene stravolto da qualcosa di istintivo, e l'opera si compone da sola. Molto spesso mi stupisco di quello che ho dipinto, come se non fossi stata io a dipingerlo. La creazione per me è un rituale magico perchè a volte il messaggio arriva a me attraverso l'opera e non viceversa.
HM- Come lavora una pittrice nel 2021? SL- Io personalmente posso dire che in quest'epoca tutto scorre molto velocemente, bisogna fare attenzione a tutto quello che esiste, soprattutto in rete, per poter dare quotazione al mio lavoro. Molto di quello che troviamo secondo me sporca il concetto di arte che ho io, soprattutto riguardo la pittura. L'arte che viene proposta porta spesso con sé l'obiettivo di stupire subito, istantaneamente, come un qualsiasi post sui social in cui tutto è sputato, visto e messo da parte in favore di qualcos'altro che possa sembrare più "originale". C'è poca osservazione, poca ricerca, poca anima. L'analisi di un'opera si sofferma poco sulla narrazione, sulla comunicazione dell'essere umano, con tutte le imperfezioni e peculiarità che ci animano. Io dipingo ad olio, e già il processo è di per sé molto più lento rispetto ad altre tecniche. Non cerco di fare qualcosa che possa piacere alla massa, ma il mio scopo è essere più limpida possibile nel messaggio che voglio comunicare. Non partecipo a molti progetti che mi vengono proposti perché capisco che non sono veramente interessati a quello che faccio ma sarebbe solamente un'altra medaglia da mettere in bacheca, che ho per altro pagato io.
C'era una volta la grande tradizione
della pittura vigezzina, con Rastellini, Ciolina, Peretti, Cavalli,
Fornara...nel solco di quella tradizione mai sopita, si inserisce
oggi, di diritto, un talentuoso artista artigiano dal cuore rock che
utilizza strumenti del lavoro quotidiano e oggetti ritrovati nelle
baite in disuso: Gabriele Cantadore.
Una ricerca estetica, la sua,
che affonda le radici nella cultura arcaica della sua terra, la Valle
dei Pittori. 43 anni, tocenese, già affermato nel Nord Italia e in
Spagna con conferimenti di premi e riconoscimenti di rilievo, le sue
opere si possono ammirare fino al 23 agosto nella mostra personale "
Alp Underground", allestita nelle sale della Casa Parrocchiale
di Toceno.
Ricorda una grotta di Altamira, nelle parole dello
storico dell'arte Giuseppe Possa, lo spazio che accoglie
quarantaquattro lavori del poliedrico artista. Venerdì 7 agosto, la
sala polifunzionale di Toceno ha ospitato la presentazione della
mostra, organizzata dal Gruppo Amici dell'Arte di Toceno, dalla Pro
Loco e dal Comune di Toceno. Sul palco, si sono avvicendati negli
interventi, il primo cittadino del borgo vigezzino, Tiziano Ferraris,
Bruno Testori, fondatore del Gruppo Amici dell'Arte di Toceno,
l'architetto Alberto Clementi, il critico Giuseppe Possa e un
emozionato Gabriele Cantadore. Tra il pubblico in sala anche
l'amico, il rocker Omar Pedrini e lo scrittore milanese Federico
Scarioni, giunti in Valle per un reading.
" Quest'anno si è deciso di
omaggiare un nostro componente del Gruppo Amici dell'Arte di Toceno,
che si è distinto fuori dai nostri confini. Cantadore ha trovato una
sua via, una collocazione che lo rende unico nel suo genere e le sue
opere hanno un filo conduttore che le unisce, in questa
rappresentazione degli animali, dei paesaggi o figure attinte da
immagini rupestri. Siamo di fronte ad un artista che ha dato una
parola nuova alla pittura vigezzina senza rinnegare il passato"
racconta Bruno Testori. Nel suo intervento, Alberto Clementi non ha
mancato di sottolineare la continuità tra la tradizione della
pittura vigezzina e l'arte dell'amico Gabriele Cantadore, un
contemporaneo che usa il riciclo ed altre tecniche attuali e
trasfigura gli alpeggi, vissuti in gioventù, con toni a tratti cupi
e inquieti. Abbagliato dai grandi del passato, Ciolina, Cavalli,
Peretti , Fornara , dagli artisti formatisi alla Scuola di Belle
Arti Rossetti Valentini a Santa Maria Maggiore, Cantadore si è
innamorato, sin da bambino, della pittura, e grazie alla manualità
delle sue professioni artigiane ha acquisito una particolare tecnica
artistica che gli consente di eseguire creazioni tanto complesse, su
supporti quali lamiere, ripiani di legno, cartongesso, plexiglass,
pietra. Mescolando colori acrilici, plastica bruciata, catrame,
sabbia e utilizzando tavole su cui incolla cellofan, carta catramata,
plastica, nascono così sagome arcane, quasi primordiali, segni
misteriosi. Il pennello viene sostituito da strumenti insoliti che
l'artista di Toceno impiega al ritmo di musica rock: coltelli,
accette, spatole, motosega, cazzuole. Molti dei lavori esposti a
Toceno, sono nati nel suo studio fucina dalle ampie vetrate e dal
sottotetto a vista, durante il lockdown per il Covid 19: composizioni
dai colori talvolta ombrosi, cupi e talvolta caldi, evocativi di una
cultura alpina, sedimentata nella memoria collettiva locale e che
rischia di scomparire. "La mia è una poetica fuori dagli
schemi di quello che è la pittura vigezzina perché, pur
confrontandosi con tematiche del luogo perché principalmente fatte
di animali, di alberi che possono rappresentare quello che è la
pittura vigezzina, però è fatto in un modo molto contemporaneo con
materiali di uso comune " racconta l'artista di Toceno. La
mostra " Alp Underground" è visitabile tutti i giorni fino
al 23 agosto nella Casa Parrocchiale di Toceno, in piazza della
Chiesa, nei seguenti orari : dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.
Chiuso il 15 agosto. Martedì 18 agosto alle ore 21 presso la sala
polifunzionale di Toceno si terrà, alla presenza dell'artista, la
proiezione del documentario di Matteo Ninni, presentato al "Working
Title Film Festival di Vicenza " intitolato " Di acqua, di
fuoco e quello che resta" e si esibirà l'ensemble "
Murmur Mori". Il film con protagonista lo stesso Cantadore,
descrive il percorso in fieri di un'opera, i momenti di crisi, i
guizzi creativi, nel consueto scenario che circonda l'artista: la natura a
tratti impervia degli alpeggi montani e la sua fucina laboratorio,
l'ambiente creativo dove dal caos nascono le sue opere d'arte. Al
centro del salone, un vecchio sofà accoglie il pittore inquieto in
meditazione. In un frame del video, appare nudo, disteso sul
pavimento in un'immagine che descrive con forza i tormenti e
l'energia creativa di un artista del quale sentiremo molto parlare.
Presso il Centro Culturale Il Rivellivo LDV di Locarno, in occasione della sua partecipazione al vernissage della mostra collettiva che la vede tra gli artisti esposti, abbiamo intervistato la pittrice Nicole Patrick, ecco cosa ci ha raccontato la giovane artista: