C'era una volta la grande tradizione della pittura vigezzina, con Rastellini, Ciolina, Peretti, Cavalli, Fornara...nel solco di quella tradizione mai sopita, si inserisce oggi, di diritto, un talentuoso artista artigiano dal cuore rock che utilizza strumenti del lavoro quotidiano e oggetti ritrovati nelle baite in disuso: Gabriele Cantadore.
Una ricerca estetica, la sua, che affonda le radici nella cultura arcaica della sua terra, la Valle dei Pittori. 43 anni, tocenese, già affermato nel Nord Italia e in Spagna con conferimenti di premi e riconoscimenti di rilievo, le sue opere si possono ammirare fino al 23 agosto nella mostra personale " Alp Underground", allestita nelle sale della Casa Parrocchiale di Toceno.
Ricorda una grotta di Altamira, nelle parole dello storico dell'arte Giuseppe Possa, lo spazio che accoglie quarantaquattro lavori del poliedrico artista. Venerdì 7 agosto, la sala polifunzionale di Toceno ha ospitato la presentazione della mostra, organizzata dal Gruppo Amici dell'Arte di Toceno, dalla Pro Loco e dal Comune di Toceno. Sul palco, si sono avvicendati negli interventi, il primo cittadino del borgo vigezzino, Tiziano Ferraris, Bruno Testori, fondatore del Gruppo Amici dell'Arte di Toceno, l'architetto Alberto Clementi, il critico Giuseppe Possa e un emozionato Gabriele Cantadore. Tra il pubblico in sala anche l'amico, il rocker Omar Pedrini e lo scrittore milanese Federico Scarioni, giunti in Valle per un reading.
" Quest'anno si è deciso di omaggiare un nostro componente del Gruppo Amici dell'Arte di Toceno, che si è distinto fuori dai nostri confini. Cantadore ha trovato una sua via, una collocazione che lo rende unico nel suo genere e le sue opere hanno un filo conduttore che le unisce, in questa rappresentazione degli animali, dei paesaggi o figure attinte da immagini rupestri. Siamo di fronte ad un artista che ha dato una parola nuova alla pittura vigezzina senza rinnegare il passato" racconta Bruno Testori. Nel suo intervento, Alberto Clementi non ha mancato di sottolineare la continuità tra la tradizione della pittura vigezzina e l'arte dell'amico Gabriele Cantadore, un contemporaneo che usa il riciclo ed altre tecniche attuali e trasfigura gli alpeggi, vissuti in gioventù, con toni a tratti cupi e inquieti. Abbagliato dai grandi del passato, Ciolina, Cavalli, Peretti , Fornara , dagli artisti formatisi alla Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini a Santa Maria Maggiore, Cantadore si è innamorato, sin da bambino, della pittura, e grazie alla manualità delle sue professioni artigiane ha acquisito una particolare tecnica artistica che gli consente di eseguire creazioni tanto complesse, su supporti quali lamiere, ripiani di legno, cartongesso, plexiglass, pietra. Mescolando colori acrilici, plastica bruciata, catrame, sabbia e utilizzando tavole su cui incolla cellofan, carta catramata, plastica, nascono così sagome arcane, quasi primordiali, segni misteriosi. Il pennello viene sostituito da strumenti insoliti che l'artista di Toceno impiega al ritmo di musica rock: coltelli, accette, spatole, motosega, cazzuole. Molti dei lavori esposti a Toceno, sono nati nel suo studio fucina dalle ampie vetrate e dal sottotetto a vista, durante il lockdown per il Covid 19: composizioni dai colori talvolta ombrosi, cupi e talvolta caldi, evocativi di una cultura alpina, sedimentata nella memoria collettiva locale e che rischia di scomparire. "La mia è una poetica fuori dagli schemi di quello che è la pittura vigezzina perché, pur confrontandosi con tematiche del luogo perché principalmente fatte di animali, di alberi che possono rappresentare quello che è la pittura vigezzina, però è fatto in un modo molto contemporaneo con materiali di uso comune " racconta l'artista di Toceno. La mostra " Alp Underground" è visitabile tutti i giorni fino al 23 agosto nella Casa Parrocchiale di Toceno, in piazza della Chiesa, nei seguenti orari : dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. Chiuso il 15 agosto. Martedì 18 agosto alle ore 21 presso la sala polifunzionale di Toceno si terrà, alla presenza dell'artista, la proiezione del documentario di Matteo Ninni, presentato al "Working Title Film Festival di Vicenza " intitolato " Di acqua, di fuoco e quello che resta" e si esibirà l'ensemble " Murmur Mori". Il film con protagonista lo stesso Cantadore, descrive il percorso in fieri di un'opera, i momenti di crisi, i guizzi creativi, nel consueto scenario che circonda l'artista: la natura a tratti impervia degli alpeggi montani e la sua fucina laboratorio, l'ambiente creativo dove dal caos nascono le sue opere d'arte. Al centro del salone, un vecchio sofà accoglie il pittore inquieto in meditazione. In un frame del video, appare nudo, disteso sul pavimento in un'immagine che descrive con forza i tormenti e l'energia creativa di un artista del quale sentiremo molto parlare.
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