domenica 17 gennaio 2021

Rossana Carraro - Nata per cantare

 

foto e testo di Michele Gavazza

Intervista alla talentuosa interprete Rossana Carraro, ecco cosa ci ha raccontato

HM: Qual è il primo disco che hai comprato?

RC: Il primi disco importante per me, in realtà l'ho avuto in regalo, e sotto forma di musicassetta: mia zia mi regalò Music Box di Mariah Carey, e mi si aprì un mondo!Non ricordo esattamente il primo che acquistai personalmente, ma tra i primi acquisti ricordo due dischi di Eva Cassidy (Time after time e Live at the Blues Alley) che comprai durante un viaggio in Australia, e che mi segnarono molto musicalmente.

HM: In che momento hai pensato voglio fare la cantante?

RC: Non c’è stato un momento preciso, ma piuttosto un desiderio che è diventato consapevolezza e che ha preso forma mentre già stavo percorrendo, senza saperlo, la strada. La musica è parte di me da sempre, anche se nessuno nella mia famiglia è musicista di professione. Una fase importantissima della mia formazione musicale fu quella del coro gospel/jazz in cui cantai dai 15 ai 22 anni, con repertorio molto vario e complesso. I miei studi universitari (Discipline della Mediazione Linguistica e Culturale) mi portarono a fare una bellissima esperienza di Erasmus in Inghilterra, dove entrai nella compagnia universitaria di musical, ed ebbi l’opportunità di confrontarmi con ragazzi che studiavano discipline artistiche ad alti livelli. Tornata in Italia, decisi di prendere lezioni di canto, e da lì nacquero i primi concerti e le prime collaborazioni… e più stavo sul palco e lo condividevo con altri cantanti e musicisti, più prendeva forma in me il desiderio di continuare a seguire questa strada.

HM: Quando ti sei resa conto che sarebbe diventata una professione?

RC: Decisi di puntare su me stessa e farla diventare una professione (o meglio, la mia unica professione) quando iniziò a diventare insostenibile portare avanti concerti, lezioni di canto (come docente) e il lavoro che avevo in ufficio. Dovetti quindi fare una scelta che molti definirebbero pazza, ovvero lasciare il mio posto a tempo indeterminato in ufficio e dedicarmi totalmente a questo, decidendo di credere nelle mie possibilità. Nel momento in cui fui scritturata per il cast ufficiale spagnolo del musical Priscilla, Reina del Desierto, e mi trasferii a Madrid per due anni, mi resi conto che avevo fatto bene ad essere coraggiosa.


HM: Hai collaborato con tantissimi musicisti, potendo scegliere con chi vorresti cantare?

RC: Spero di non sembrare retorica nel dare questa risposta, ma… non ho un nome particolare (sempre che Stevie Wonder non sia all’ascolto, in tal caso… :D ). Finora ho avuto l’opportunità di condividere il palco con grandissimi musicisti e cantanti, sia come corista sia come solista. Quello che desidero ora è poter continuare a crescere artisticamente e umanamente, e vivere esperienze musicali di alto livello, in cui vengano valorizzate la musica dal vivo e le competenze di chi la fa.


HM: Qual è il genere musicale che senti più tuo?

RC: Ho sempre fatto della versatilità il mio punto di forza, perché mettermi alla prova in ambiti diversi mi ha sempre divertito molto. Al primo Locarno Guitar Festival, nella stessa sera, siamo passati dai Led Zeppelin agli Incognito, passando per Gary Moore e i Beatles! Ultimamente mi sto divertendo molto con lo swing italiano degli anni ’40 (nel 2018 è uscito con Azzurra il disco Whisky Facile, con la mia formazione “Gatsby Swing Quartet”. Se proprio devo scegliere, diciamo che preferisco i generi in cui la voce può esprimersi ed esprimere qualcosa, quindi mi scosto un po’ dalle ultime produzioni trap e affini.









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