Ho fatto una foto di un riflesso tanti anni fa.
Una vetrata corrosa dallo sporco, piena di righe, un palazzo dall'aspetto solenne e carico di blu appariva riflesso; la sua solennità era diventata espressione di stanchezza.. sotto si profilava una porta mal ridotta.
Poi quella foto l’ho abbandonata e dimenticata per due anni.
Ma non facciamo nulla per caso.
Facciamo le cose perché ispirati, anche se magari non lo sappiamo.
Ora cammino per le strade all'alba, nel tramonto, d’inverno e d’estate.
Cammino per cercare di rendere la bellezza e la potenza di quello che spesso giace inosservato.
Sono palazzi, cemento e ferro: precisi, compiuti, funzionali. Affascinano quelli dalle forme bizzarre, con curve improbabili ma vere.
Se li guardo bene, con un momento di calma, scopro che nascondono allegorie della nostra realtà.
Si svela un mondo incantato fatto di forme buffe, come mi sposto di qualche passo sembrano danzare. Scompaiono e ritornano nuove.
E quanto è importante la luce! Alle ore più estreme colpisce in maniera così inusuale, i colori si esaltano e vengono caricati di significati nelle loro forme bizzarre. Le nuvole cessano di essere al loro posto, anche una guglia finisce in basso. Le gru non sono più rigide figure in cielo un po' deturpanti.
Quanto si amplificano i colori con la luce del sole all'orizzonte: i colori caldi si accendono e quelli freddi sembrano condurmi lontano.
Le città son tutte differenti ma se osservi i palazzi da vicino, con calma diventano pezzi di un mosaico universale e ricco di racconti.
Cerco di portare gli altri con me, in silenzio, passeggiando insieme in una città caotica che ancora dorme.
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