giovedì 8 luglio 2021

Giorgio Terruzzi - Atlante Sentimentale

 




Testo di Michele Gavazza


Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Giorgio Terruzzi: giornalista, scrittore e più di recente docente in diversi master Universitari.

Da poco è uscito il suo nuovo libro: Atlante Sentimentale, per Rizzoli.


Ecco cosa ha risposto alle domande di Hashtag Magazine:

HM: Rugby a parte, a quale disciplina è più legato? E a quale campione?
GT: Gli sport motoristici. Sono cresciuto a Monza, con i rumori dei motori trasportati dal vento, al pari di un richiamo irresistibile. Piloti come figure misteriose, alle prese con la contraddizione dell'esistenza. Vita e morte accostante da una scelta deliberata. Lo sport rivela sempre, mostra una umanità non mascherata. Adesso che sono vecchio, vado a vogare, canottaggio. Una rivelazione tardiva.

HM: è più impegnativo scrivere o insegnare?
GT: Beh, se cerchi di fare del tuo meglio, diventa impegnativa ogni cosa. Per fortuna. Scrivere è una attività che svolgo da molto tempo ma pone sempre una domanda da affrontare. Ogni pezzo, ogni testo comporta una riflessione, uno sforzo perchè di imparare non si smette mai. Per fortuna, ancora una volta. L'insegnamento è cosa più recente ed è una fortuna potersi confrontare con ragazzi e ragazze che desiderano migliorare, conoscere, attrezzarsi per il loro futuro. Sono loro che insegnano a me, in definitiva. Non mi sono mai sentito un "professore". Mi interessano i sogni, i desideri, l'impegno, la determinazione delle persone. E lavorare in gruppo è sempre stimolante, è un dono.

HM: Qual è la notizia che è stata più difficile da raccontare?
GT: Tutte. Anche quelle all'apparenza meno rilevanti. Poi ci sono notizie che comportano una spiegazione articolata, altre che permettono un linguaggio più diretto, altre ancora che consentono un filo di ironia. Una morte così come un trionfo spalancano opportunità a proposito di una storia. Ma può accadere di raccontare moltissimo anche in dieci righe.

HM: Tra le sue ultime collaborazioni, c'è quella per il concerto jazz "Gong", sei testi su altrettanti pugili (Primo Carnera, Muhammad Alì, Sugar Ray Robinson, Nicolino Loche, Carlos Monzon e Mike Tyson), come mai ha scelto proprio loro?
GT: I pugili sono stati scelti soprattutto da Luca Aquino, musicista d'eccezione. Voleva montare un concerto abbinando testi e storie da ring con la propria musica. La lista si è quasi composta da sola. Pugili di epoche diverse con addosso lampi e drammi. La boxe è così. C'è sempre un dolore formidabile dietro o dentro ogni giorno buono.






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